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Nell'analisi, l'integrale indefinito rappresenta l'operazione inversa della derivazione. È un processo in cui cerchiamo una funzione la cui derivata è uguale a una funzione data. Tale funzione è chiamata antiderivata o funzione primitiva, e il risultato dell'integrazione è denotato come integrale indefinito.
Sia 'f' una funzione definita su un intervallo I. L'integrale indefinito della funzione 'f' è denotato da:
∫f(x) dx = F(x) + C,
dove:
Poiché la derivata di una costante è zero, ogni funzione 'f' ha infinite antiderivate, che differiscono solo per una costante.
L'integrazione rispetta la linearità:
∫[af(x) + bg(x)] dx = a*∫f(x) dx + b*∫g(x) dx,
dove 'a' e 'b' sono costanti reali.
Scomponiamo l'espressione e usiamo le regole base:
∫(3x^2 + 2x + 1) dx = 3∫x^2 dx + 2∫x dx + ∫1 dx
= 3 * (x^3/3) + 2 * (x^2/2) + x + C
= x^3 + x^2 + x + C.
Quindi, la famiglia di antiderivate è: F(x) = x^3 + x^2 + x + C.
L'integrale indefinito è l'operazione inversa della derivazione e porta a un insieme di funzioni (una famiglia di funzioni) che hanno tutte la stessa derivata. Includendo la costante di integrazione, catturiamo tutte le possibili soluzioni. Le regole di integrazione si basano sul riconoscere forme note di funzioni e la loro relazione inversa con le leggi di derivazione.